Un
commento critico sulla mia arte...
La realtà è
fatta di mondo interiore ed esteriore. E' un "groviglio"
estremamente
complesso che si configura come una sorta
di "caleidoscopio" che, per la poesia in senso lato , è sempre un
compito assai
arduo da poter cogliere e dipanare.
Nelle mie
ricerche pittoriche, che si protraggono ormai da diversi lustri,
vi è l’intento
dello “sgrovigliamento” della matassa del reale.
Dopo anni di
studi della pittura dei grandi artisti del passato,
con rivisitazioni e riflessioni di opere importanti:
la "Gioconda" di
Leonardo da Vinci o il "S. Girolamo" del Caravaggio etc,
la pittura
pre-Impressionista e post-Impressionista; nelle mie opere recenti
ritengo di essere
approdato ad una cifra personale che si avvale di alcuni
degli strumenti
stilistici che l’arte contemporanea ci fornisce,
per arrivare ad
un “unicum espressivo.”
Dal post-Cubismo
al Futurismo e al Simbolismo, con una particolare
attenzione ai
grandi Maestri: De Chirico e Jean Mirò dei periodi Metafisico
e Surreale, per
una ricerca interiore; ma soprattutto la mia idea
sulla pittura è interessata all’Espressionismo,
per certi gesti pittorici rivisitati con il linguaggio dell’Informale.
Sono presenti altresì alcuni cenni al Simbolismo.
Osservando le
mie più recenti opere, si ha modo di constatare che
dall’intreccio delle campiture
di colore, dai tagli di luce improvvisi, dalle
specchiature geometriche e
dalle righe o graffi di colore ben evidenti
sull'intera
superficie dei quadri, emergono oggetti e figure o immagini che
corrono nei sentieri
della mia memoria, inseguendo le
pieghe del tempo .
Alcune mie
opere vivono di una certa irruenza di caos visivo,
pur raffrenato, caos .
Però è un
disordine che è anche, a suo modo, un ordine.
Inoltre, si ha
modo di constatare che le stesse sono irte altresì di aspetti e
di
suggestioni diverse che ho cercato
di congegnare come meccanismi
emozionali e onirici.
La mia arte, a
livello metaforico, la si può paragonare ad un’imbarcazione
ancorata a terra ma gli elementi
che trasporta in sè sono come una sorta di
corollario
storico-visivo delle passioni
iconografiche che ho maturato nel
tempo e che si richiamano, per lo
più, ai tempi arcaici.
Per realizzare
ciò, mi esprimo con un percorso di colori intriso di luci e di
ombre e/o con l’intreccio di colori
graffiati, il tutto come specchio di una
realtà virtuale, dove il
motivo dominante è sempre una ricerca del
senso del
"bello" che ci viene dalla tradizione classica, in linea con un certo filone
dell’arte contemporanea.
L’idea principe è quella di evidenziare un grande afflato
onirico che tutto
pervade e che cerco di
raccontare con note non marcate ma che ridestano un
senso
elegiaco della vita, come il suono di una
musica soffusa
e che viene da lontano……
Italo Gafà